domenica 20 ottobre 2013

Zen Bazar

Una sera da lupi fuori, con lampi e tuoni e il camino acceso a casa dei miei.
Una settimana di studio e solitudine informatica e ora il vuoto del vuoto, anche se non si dovrebbe chiamare così.
Anche se non si dovrebbe mai pensare al passato, e si dovrebbe andare avanti come i muli con i paraocchi, e pensare che quello che verrà domani sarà sempre migliore del presente, che quello che verrà domani sarà migliore in generale, chi lo sa.

A volte ho questa sensazione stranissima di non sapere in quale stagione siamo, a quale periodo dell'anno stiamo per avvicinarci; io ho dimenticato che siamo di nuovo in autunno, che presto mi mancheranno le ore di luce come se fossero aria, che presto il freddo e l'umidità mi faranno piangere per il nervosismo, che presto arriverà la prima neve e con lei una valanga di ricordi, che la mia vita sociale già così scarsa e impostata soggiacerà alle regole dell'inverno padano e si ibernerà inesorabilmente.

Anche se non si dovrebbe mai pensare alle condizioni esterne, e guardare solo il sole interiore, e pensare che quello che esiste è sempre bellissimo, e che siamo noi la chiave di tutto e per tutto.

Sì, certo.

A volte le mie belle teorie zen che mi piacciono da morire e mi aiutano tantissimo, mi sembrano solo un cumulo di stronzate scritte per gente debole, gente a cui la vita non ha dato niente a cui pensare e che ha la straordinaria abilità di crearsi problemi dal nulla oppure - al contrario - gente che l'unica cosa che dovrebbe fare è scappare lontano e fare vere scelte di vita, ma non ha le palle per farlo e allora si rifugia in questa ingannevole non-resistenza e accettazione di tutto (che, se non stai un minimo attento, si traduce in una spaventosa forma di auto-repressione).

Credo che seguire le filosofie orientali mentre sei totalmente immerso in una vita occidentale possa essere sottilmente fuorviante e credo che possa anche indurti a una leggera forma di schizofrenia. Perché applicare fedelmente i principi del distacco e dell'atarassia in una società che di calmo non ha proprio niente, ti porterà a soffocare interiormente le tue parti più nere e più bieche, in una continua lotta con la rabbia, il nervosismo, la frustrazione che gli altri ti gettano inevitabilmente addosso.
Così, o tu ti eleverai a strenuo e isolato paladino della giustizia interiore (con una certa aria di sufficienza del tuo Ego, che mal si addice in realtà a un piccolo Buddha) oppure coltiverai solo nel tuo intimo e piccolissimo giardino queste meravigliose capacità, applicandole a comando come se fossero una tessera punti di uno sperduto negozio biologico.

E nelle relazioni (ah, le relazioni!) applicando fedelmente i principi dell'Amore Universale riuscirai per prima cosa a farti calpestare per bene dalle "persone inconsapevoli", che ti passeranno sopra più e più volte mentre tu gioisci acquisendo conoscenza e consapevolezza per entrambi, poi perderai piano piano tutti gli amici che hai intorno perchè tu, persona illuminata, non riesci a sottostare alle regole comuni e il tuo cuore soffre troppo per le falsità del mondo. 

Predicare l'amore, predicare la gioia, predicare la comprensione e l'accettazione, amare se stessi e trovare il proprio centro… penso siano concetti che in Oriente sono radicati, compresi e sensati, ma applicati alla frenetica e super-individualistica vita occidentale non fanno altro che instillare nelle nostre menti un senso di solitudine ancora più grande, dove il messaggio finale è che "solo tu puoi salvarti", solo tu hai "la risposta"... ovvero, solo tu ti scazzi.

Ti scazzi, ovvero ti arrangi, ce la devi fare da solo dopo un meraviglioso seminario di 3 giorni al modico costo di 500 euro, dove il maestro superiore (anche un po' egoico) ti ha insegnato a chiudere gli occhi ed estraniarti dal mondo. Così poi, quando li riapri, sai che la tua vita fa schifo, ma almeno sei capace di affrontarla con tranquillità e serenità interiore.

E' questa la soluzione proposta? E' questo tutto l'insegnamento che possiamo trarre da millenni di tradizione filosofica e spirituale?

La grande energia cosmica di cui si parla in continuazione, la grande connessione di cui tutti gli esseri umani prima o poi faranno parte, il grande moto di consapevolezza universale, altro non è che un mondo di persone che si sfiorano l'un l'altre? Tutte egualmente sommerse di problemi pratici e tutte egualmente infelici fuori ma felici da qualche parte dentro?

Una serata da lupi e tanta stanchezza interiore portano a pensare che le soluzioni, in realtà, sarebbero maledettamente più semplici.

Che tutti già sappiamo chiaramente dove, come (e magari con chi) vorremmo andare.

Tu solamente chiudi gli occhi e immaginati felice.

Chiudi gli occhi,
immaginati felice,
e prendi un cazzo di biglietto per stare esattamente lì dove vorresti essere.


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