Una sera da lupi fuori, con lampi e tuoni e il camino
acceso a casa dei miei.
Una settimana di studio e solitudine informatica e ora il vuoto del vuoto, anche se non si dovrebbe chiamare così.
Anche se non si dovrebbe mai pensare al passato, e si dovrebbe andare
avanti come i muli con i paraocchi, e pensare che quello che verrà domani sarà
sempre migliore del presente, che quello che verrà domani sarà migliore in
generale, chi lo sa.
A volte ho questa sensazione stranissima di non sapere in quale stagione
siamo, a quale periodo dell'anno stiamo per avvicinarci; io ho dimenticato che
siamo di nuovo in autunno, che presto mi mancheranno le ore di luce come se
fossero aria, che presto il freddo e l'umidità mi faranno piangere per il
nervosismo, che presto arriverà la prima neve e con lei una valanga di ricordi,
che la mia vita sociale già così scarsa e impostata soggiacerà alle regole
dell'inverno padano e si ibernerà inesorabilmente.
Anche se non si dovrebbe mai pensare alle condizioni esterne, e guardare
solo il sole interiore, e pensare che quello che esiste è sempre bellissimo, e
che siamo noi la chiave di tutto e per tutto.
Sì, certo.
A volte le mie belle teorie zen che mi piacciono da morire e mi aiutano
tantissimo, mi sembrano solo un cumulo di stronzate scritte per gente debole,
gente a cui la vita non ha dato niente a cui pensare e che ha la straordinaria
abilità di crearsi problemi dal nulla oppure - al contrario - gente che l'unica
cosa che dovrebbe fare è scappare lontano e fare vere scelte di vita, ma non ha
le palle per farlo e allora si rifugia in questa ingannevole non-resistenza e
accettazione di tutto (che, se non stai un minimo attento, si traduce in una spaventosa
forma di auto-repressione).
Credo che seguire le filosofie orientali mentre sei totalmente immerso in
una vita occidentale possa essere sottilmente fuorviante e credo che possa anche
indurti a una leggera forma di schizofrenia. Perché applicare fedelmente i
principi del distacco e dell'atarassia in una società che di calmo non ha
proprio niente, ti porterà a soffocare interiormente le tue parti più nere e
più bieche, in una continua lotta con la rabbia, il nervosismo, la frustrazione
che gli altri ti gettano inevitabilmente addosso.
Così, o tu ti eleverai a strenuo e isolato paladino della giustizia
interiore (con una certa aria di sufficienza del tuo Ego, che mal si addice in
realtà a un piccolo Buddha) oppure coltiverai solo nel tuo intimo e
piccolissimo giardino queste meravigliose capacità, applicandole a comando come
se fossero una tessera punti di uno sperduto negozio biologico.
E nelle relazioni (ah, le relazioni!) applicando fedelmente i principi
dell'Amore Universale riuscirai per prima cosa a farti calpestare per bene
dalle "persone inconsapevoli", che ti passeranno sopra più e più
volte mentre tu gioisci acquisendo conoscenza e consapevolezza per entrambi,
poi perderai piano piano tutti gli amici che hai intorno perchè tu, persona
illuminata, non riesci a sottostare alle regole comuni e il tuo cuore soffre
troppo per le falsità del mondo.
Predicare l'amore, predicare la gioia, predicare la comprensione e
l'accettazione, amare se stessi e trovare il proprio centro… penso siano
concetti che in Oriente sono radicati, compresi e sensati, ma applicati alla
frenetica e super-individualistica vita occidentale non fanno altro che
instillare nelle nostre menti un senso di solitudine ancora più grande, dove il
messaggio finale è che "solo tu puoi salvarti", solo tu hai "la
risposta"... ovvero, solo tu ti scazzi.
Ti scazzi, ovvero ti arrangi, ce la devi fare da solo dopo un meraviglioso
seminario di 3 giorni al modico costo di 500 euro, dove il maestro superiore
(anche un po' egoico) ti ha insegnato a chiudere gli occhi ed estraniarti dal
mondo. Così poi, quando li riapri, sai che la tua vita fa schifo, ma almeno sei
capace di affrontarla con tranquillità e serenità interiore.
E' questa la soluzione proposta? E' questo tutto l'insegnamento che
possiamo trarre da millenni di tradizione filosofica e spirituale?
La grande energia cosmica di cui si parla in continuazione, la grande
connessione di cui tutti gli esseri umani prima o poi faranno parte, il grande
moto di consapevolezza universale, altro non è che un mondo di persone che si sfiorano l'un
l'altre? Tutte egualmente sommerse di problemi pratici e tutte egualmente
infelici fuori ma felici da qualche parte dentro?
Una serata da lupi e tanta stanchezza interiore portano a pensare che le
soluzioni, in realtà, sarebbero maledettamente più semplici.
Che tutti già sappiamo chiaramente dove, come (e magari con chi) vorremmo
andare.
Tu solamente chiudi gli occhi e immaginati felice.
Chiudi gli occhi,
immaginati felice,
e prendi un cazzo di biglietto per stare esattamente lì dove vorresti
essere.