giovedì 27 giugno 2013

El tiempo que se escurre (entre los dedos)

"Hace 9 meses, llegaba una chica tímida y calladita. No conocía a nadie, la ciudad no le gustaba mucho y a veces tenia ganas de volver.
Hoy, se marcha una persona diferente, que ama a Alicante como tan solo se puede querer a algo/alguien de verdad... o sea, aceptando todo lo bueno y lo malo, sus cualidades y sus carencias.
Hoy, vuelve a casa un Erica que llevará en el corazón para siempre todas las personas buenas y los Amigos que han cruzado su camino. Todas las experiencias que han hecho estos meses largos e intensos."

Es lo que escribí cuando me fui de España. Cuando terminé mi servicio voluntario, y volví a Italia... En noviembre 2012, o sea, hace ocho meses.

Hace 8 meses otra vez, volvió a "casa" una persona que no sabia ni quién era ni cuál era su lugar. Una chica que sufría mucho, perdida entre la nostalgia del pasado y la angustia por el futuro. 
Esa chica ya no se callaba nunca. Esa chica había aprendido a expresar todo lo que sentía, lo malo y lo bueno, y dejó salir todo lo que tenia adentro en el profundo.
Empezó a escuchar a si misma de verdad  y quizás por primera vez. 
Empezó a amarse, con lo difícil que es hacerlo.

Ya son ocho meses, el tiempo de esta vida "reggiana" es casi igual al tiempo de la vida alicantina, aunque no me parece, aunque siento ese tiempo de España tan cerca y tan pegado a mi alma - a mi cuerpo - a mi mente. 
Ya son ocho meses, y fueron de alguna manera igualmente intensos y largos.... distintos, solitarios, introspectivos, pero llenos
En este tiempo he tomado decisiones importantes, me quedé sola, dejé la que consideraba mi casa, y luego empecé a viajar, a trabajar, a estudiar, a retomar amistades, a escribir, a meditar... 

Bruselas, Roma y luego Grecia y por fin España otra vez; cada viaje con su propio sentido, cada persona con su propio papel.
Cada vuelta con sus reflexiones añadidas. 

Ocho meses después, 
después haber pisado otra vez el suelo de mi querida ciudad española, 
de haber vuelto a caminar por "mis" calles, 
de haber visto de nuevo los ojos de las personas Importantes, 
de haber llorado en frente de mi vieja casa, 
después de todo esto siento que hice un paso más en el larguísimo camino que voy siguiendo.  

Siento que tendría que añadir un pequeño trocito al circulo que queda tatuado en mi piel. 
Un poquito de tinta más. 


Sunrise in Alicante



domenica 16 giugno 2013

Un'ascoltatrice di pancia


Ultima coccola della settimana.

I Daughter per me sono una scoperta più o meno recente; un trio inglese che compone una musica introspettiva e vagamente triste, ma in qualche modo dolce e avvolgente.
La voce della cantante, Elena Tonra, sussurra le canzoni al mio orecchio. Sussurra anche quando io sparo la musica a tutto volume, per perdermi nelle tre-quattro-cinque canzoni che ormai conosco perfettamente a memoria.

Non sono mai stata una musicista, nè mi posso atteggiare a intenditrice di musica, per chiarirci.
Io sono un'ascoltatrice di pancia, un'ascoltatrice attenta ed eclettica e so solo che la musica dei Daughter in questi mesi di vita mi è entrata visceralmente dentro.

Stasera la settimana finisce con il sussurro di Smother.
Oscura
piena di messaggi
vera. 

Da ascoltare ad occhi chiusi, imparando a memoria il testo.

I'm wasted, losing time 
I'm a foolish, fragile spine 
I want all that is not mine 
I want him but we're not right 

In the darkness I will meet my creators 
And they will all agree, that I'm a suffocator 

I should go now quietly 
For my bones have found a place 
To lie down and sleep 
Where all my layers can become reeds 
All my limbs can become trees 
All my children can become me 
What a mess I leave 
To follow, to follow, to follow...

In the darkness I will meet my creators 
They will all agree, I'm a suffocator 

Suffocator 
Oh no 
I'm sorry if I smothered you 

I'm sorry if I smothered you 

I sometimes wish I'd stayed inside 
My mother 
Never to come out



PS. Assolutamente da ascoltare, poi, Still... e Youth (meravigliosa!)
...e sicuramente Home - che per me ha un significato particolare, ma quella è un'altra storia.

domenica 9 giugno 2013

Take the Time

C'è una frase di un libro, letto poco tempo fa, che mi ha dato un nuovo insight.
Quando leggi la frase giusta al momento giusto (a volte capita):

"Quando ci aspettiamo qualcosa da qualcuno, non importa quanto ragionevole possa sembrare, non stiamo vedendo quella persona, in quel preciso momento, per ciò che veramente è".

E' vero, le aspettative e le pretese che abbiamo sugli altri sono solo il riflesso dei nostri bisogni.

Ma quello che per me è stato illuminante, è il fatto di vedere le cose-le situazioni-le persone intorno a me per quello che realmente sono.
E' come se mi fossi tolta il filtro che avevo sugli occhi, come se ci vedessi più chiaro e decisamente con più luce.
E' stato un passaggio importantissimo, anche se non è facile, non ci sono ancora abituata e tutti i giorni devo ricordarmi di togliermi gli occhiali.

Ci sono giorni in cui ancora me ne scordo.

"Ora che ho perso la vista, ci vedo di più" (da "Nuovo Cinema Paradiso")


mercoledì 5 giugno 2013

Es tan poco




Lo que conoces
es tan poco
lo que conoces
de mí
lo que conoces
son mis nubes
son mis silencios
son mis gestos
lo que conoces
de mí
lo que conoces
es la tristeza
de mi casa vista de afuera
son los postigos de mi tristeza
el llamador de mi tristeza.

Pero no sabes
nada
a lo sumo
piensas a veces
que es tan poco
lo que conozco
lo que conozco
de ti
lo que conozco
o sea tus nubes
o tus silencios
o tus gestos
lo que conozco
es la tristeza
de tu casa vista de afuera
son los postigos de tu tristeza
el llamador de tu tristeza.

Pero no llamas.
Pero no llamo.
(Mario Benedetti)



domenica 2 giugno 2013

Quelle come noi

Prendo spunto da una bellissima poesia di Alda Merini per riflettere su qualcosa che spesso accomuna noi donne, tanti tipi diversi di donne.Quell’idea di amore puro e incondizionato che ci hanno inculcato non si sa da quando.

Cibarsi del poco, farsi bastare le briciole: quelle come noi sono bravissime a pensare che basti.

Quelle come noi si denudano pubblicamente, e poi aspettano che qualcuno venga a coprirle.

Quelle come noi, poi, da nude si sentono ferite.

Quelle che continuano a pensare di avere il potere di salvare l’altro, cambiare l’altro, di essere le uniche al mondo in grado di farlo.
Come se avessero una missione da compiere, un compito divino, un qualcosa che dà senso alla vita.

Quelle come noi dovrebbero capire che non c’è nessuna bellezza nell’annullarsi
nel calpestarsi
nel perdersi.
Nessuna bellezza nell’urlare senza essere sentiti.

[...lascio la parola alla poesia. Lunga, ma da leggere tutta d'un fiato]

"Quelle come me" di Alda Merini.

Quelle come me sono capaci di grandi amori e
grandi collere, grandi litigi, grandi pianti e grandi perdoni.
Quelle come me non tradiscono mai, quelle come
me hanno valori che sono incastrati nella testa
come se fossero pezzi di un puzzle, dove ogni
singolo pezzo ha il suo incastro e lì deve andare.
Niente per loro è sottotono, niente è superficiale o
scontato, non le amiche, non la famiglia, non gli
amori che hanno voluto, che hanno cercato, e
difeso e sopportato.
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di
rimanerne prive.
Quelle come me donano l'anima, perché un'anima
da sola, è come una goccia d'acqua nel deserto.
Quelle come me tendono la mano
ed aiutano a rialzarsi, pur correndo il rischio
di cadere a loro volta.
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro…
Quelle come me cercano un senso all’esistere e,
quando lo trovano, tentano d’insegnarlo
a chi sta solo sopravvivendo.
Quelle come me quando amano, amano per sempre
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono
inermi nelle mani della vita.
Quelle come me inseguono un sogno
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero.
Quelle come me girano il mondo
alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima.
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo.
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime.
Quelle come me sono quelle cui tu riesci
sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare,
senza chiederti nulla…

Quelle come me amano troppo, pur sapendo che,
in cambio, non riceveranno altro che briciole.
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza.
Quelle come me passano innosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero.
Quelle come me sono quelle che,
nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto.